- Project Runeberg -  Nordisk tidskrift för bok- och biblioteksväsen / Årgång XVI. 1929 /
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(1914-1935)
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V CONGRESSO MONDIALE DELLE BIBLIOTECHE E DI BIBLIOGRAFIA

ROMA-VENEZIA 1929.
Sezione Vla — Industria del Libro e Bibliofilia.

INTORNO AL »PHILOBIBLON» DI RIC-

CARDO DE BURY E AD ALCUNI NUOVI

CODICI DI QUELL’ OPERA

Per

il dott. AXEL NELSON, Uppsala

NEI TEMPI ANTICHI, i bibliofili ehe desideravano raccogliere e
conservare i prodotti letterari dovevano, di tempo in tempo —
causa la fragilita del papiro, la materia prima della produzione
libraria — far rinnovare, cioé ricopiare i libri di cui essi volevano
pro-lungare ed assicurare 1’esistenza attraverso i tempi. Se dunque nessuno si
curava per tal modo d’una certa produzione letteraria, questa era destinata
a sparire; gli esemplari scritti su papiro, esistenti una volta, furono
letteral-mente rosi dal dente del tempo. Per tal modo dobbiamo figurarci essere
stata distrutta e sparita dalla faccia della terra tanta parte della letteratura
greca e romana ehe una volta esisté; cio ehe attraverso i secoli ei fu dato
di ritrovare, per combinazioni specialmente favorevoli, in istato piu o meno
intatto, sotto terra, é una parte insignificante appetto a cio ehe é per sempre
perduto. E, ehe pure si sia potuto conservar tanto dell’ antica letteratura,
si deve attribuire al fatto ehe alla fine del tempo antico si sia fatto un u:>o
sempre piu esteso, e da ultimo esclusivo, della resistente pergamena. Avevano
qualche speranza di venir consegnate alla posteritå solo quelle opere clie,
agl’ inizi del medio evo, si trovavano trascritte su pergamena. Fu lo zelo dei
monaci del medio evo, a raccogliere e trascrivere, ehe salvö al nuovo tempo
i monumenti della letteratura anteriore, i quali costituiscono pur sempre la
piü importante ed essenziale fonte della nostra conoscenza dell’ antichitå
classica, per quanto siano straordinari e giustamente ammirati i risultati ehe
ei mostra la scienza archeologica. La conservazione della letteratura classica,

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