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Alle feste nozziali
del!’ illmtrisaimo ed eccellentissimo signor conto
Carl« Cnstive Leweahanpt,
coir illnstrissima ed eccellentissima signora conteasa
Amalia Gnglielmiaa Köaigsmark.
all’ illustrissima ed eccellentissima sposa.
Il el concorso oniversale delle acclamationi ed applansi e*
banno riempito il mondo, giacbe vostra eccellenza si vfc
incaminaodo all* immortalita eon od illustrissimo
matrimo-nio, veogo anch io a portarie il mio divotissiroo triboto.
Tot to ripieno di coosolatione per gli bonori cbe
accompag-naoo i meriti del la sita gran virto. E chi non si
rallegra-rebbe delf unione di doe sangui li piu famosi e generosi
della patria, onde se ne puo prometter totto cio cbe serva
alla felicitb commone, ni en tre da uoa baoda si mira virtd
cosi singolare e tanto pib aromirable, quanto piu
raramen-te vieo ritrovato io q aest o sesso dell* altra, prodeoza e
valore senza pari. Certo non poteva v. e. né sotto pin
soave né piu nnbil gi o go homiliare la soa grandezza, gli
amici ne discorrono con consolatione, i parenti con
alle*-grezza, e tutti con lode. Feliciti dunque il sig Dio colle
soe santissime beneditioni cosi degnissima coppia, accib
prodoca frutti tal i, cbe rendano per sempre debitrice la
patria. Qoesto é mio ardentissimo agiirio: E percbe una
delle muse, cotne fingono i poeti, é tenota per madre
d’Hi-menen, voleva anch* ella tra i vanti e trionfi del figliuolo
nobilitarsi con qoesto bomilissimo.
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