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I
S’JT AN2KE.
Era la notte. II sonno soaye e leuto
Giå liber6 dalla pesante soma
Delle cure Tumana mente: il vento
Non piu del lauro accarezzö la chioma.
Le pure stille di liquido argento
Sopra la placida e superba Roma
Spargeva intorno la brillante luna,
Che ne suoi rai la notte e il giorno aduna.
E la natura nel dolce sopore
Bramava il tardo sol, come una rosa
Non spunta, ma pienissima d’odore,
Che nascer vuol, tremante e vergognosa;
O come in sonno ancor, spirando amore
Suo sposo aspetta 1’innocente sposa:
Cosi, di fiori adorna e fresca e pura,
Stava aspettando il sole la natura.
Oh! queir ora del fervido pensiero,
Quell* ora del tacer quanto mi piace!
Quando Talma tanto piu trova il vero,
E pensa e parla, quanto piu si tace:
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