- Project Runeberg -  Nordisk tidskrift för bok- och biblioteksväsen / Årgång XVI. 1929 /
86

(1914-1935)
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86 ANDERS GRAPE

Col cristianesimo i goti erano venuti in contatto giå dal tempo in cui
erano stabiliti nei territori presso il Danubio inferiore, in Dacia e Moesia
(a un di presso le odierne Rumenia e Bulgaria) e un’ opera attiva di
conver-sione spiegö, com’ é noto, il vescovo "Wulfila (Ulfilas) nel IV sec. Per
soccor-rere alla sua opera missionaria egli tradusse anche la bibbia in gotico, ed
a questa traduzione appartengono senza dubbio i piü o meno frammentari
manoscritti gotici conservati — ce n’é, oltre ehe ad Upsala, a Milano, a
Torino, a Wolfenbüttel ed a Giessen. Ma tutti questi manoscritti sono assai
piü recenti del tempo di "Wulfila e del soggiorno dei goti nel territorio
danu-biano; provengono certamente dal tempo dello splendore degli ostrogoti, ossia
da quel tempo in cui guidati da Teodorico il Grande — la piü fulgida figura
d’eroe del tempo delle migrazioni, rispecchiata nelle saghe su »Didrik av
Bern» diffuse in tutto il continente germanico e nei paesi nordici —
s’impa-dronirono dell’ Italia fondandovi un regno durato fino al 553.

Grazie all’ accortezza, alla moderazione, non meno ehe all’ ammirazione
di Teodorico per la civiltä classica, il suo regno (493 — 526) fu, com’ é noto,
per tutta 1’Italia un periodo di pacifica floridezza sotto gotica protezione.

Come accennato, il Codex Argenteus occupa fra i manoscritti gotici
con-servatici il posto di »facile princeps», — esso é il piü splendido, il piü grande
e il meglio conservato e, fra i maggiori manoscritti, 1’unico non palinsesto.
Dei 336 fogli ehe verisimilmente il manoscritto aveva originariamente, 187
ci sono conservati. Scritto su pergamena purpurea con inchiostro argenteo,
con le prime parole di ciascun capitolo in oro, esso conserva ancora tracce
della primitiva bellezza ed innegabilmente costituisce un esimio documento
dello sviluppo dell’ arte libraria del tempo. La scritta argentea é la solita,
e da quella il manoscritto ebbe giå nel XVI sec. il suo nome. La parte
scritta della pagina é ponderata con ammirevole accuratezza neHo studio
delle proporzioni; é il taglio aureo dell’ architettura classica. La bella
scrit-tura unciale é straordinariamente chiara ed uguale, cosi uniforme ehe il grande
linguista svedese Johan Ihre (f 1780) ne fu persino indotto a lanciare la
teoria ehe il Codex Argenteus non fosse scritto, ma ehe le lettere fossero
state impresse nella pergamena con stampi caldi a un di presso come un
legatore di libri fa per imprimere il titolo; ipotesi ehe, per altro, deve
giudi-carsi insostenibile per quanto abbia avuto partigiani fino al nostro tempo.
Nonostante la grande impressione di uniformitå dello stile, s’é potuto ormai
stabilire perfino ehe gli scrittori eran due: l’uno ha steso Matteo e Giovanni
e 1’altro Luca e Marco — poiché in quest’ ordine appunto gli evangeli si
seguono nel manoscritto. Gli ornamenti sono semplici e sobri: qualche ini-

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