- Project Runeberg -  Nordisk tidskrift för bok- och biblioteksväsen / Årgång XVI. 1929 /
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(1914-1935)
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106 AXEL NELSON

ed usato questa parola accanto ad ’amatör librorum’ e simili, ma
del tutto isolata questa parola greca era apparsa giå un paio di secoli prima
come titolo nel »Philobiblon» di Riccardo de Bury. Questo scritto, degno
d’eterna memoria nella storia della bibliofilia, fu finiio nel 1345 alctini mesi
anzi la morte del suo autore, vescovo di Durham Riccardo de Bury. Nel
prologo egli comunica di aver voluto dåre un norne greco al suo scritto,
secondo il costume dei latini. Che gli scrittori romani hanno spesso dato ai
loro lavori dei nomi greci o di greca risonanza, é risaputo; basterebbe, in
prova, citare i nomi delle poesie di Virgilior Aeneis, Bucolica, Georgica.
Questo vezzo regno talvolta anche nel medio evo; il grande connazionale
di Riccardo de Bury, Giovanni de Salisbury, vissuto nel sec. XII, aveva per
esempio intitolato i suoi piü importanti lavori: Entheticus, Metalogicus,
Poli-craticus. Fu dunque in piena armonia con la tradizione letteraria ehe
Riccardo de Bury scelse per il suo scritto un norne greco.

Nel suo »Philobiblon», ehe in certe parti ha puro carattere
autobio-grafico, Riccardo de Bury ha parlato estesamente del suo amore per i libri
e ha dato una rappresentazione per molti aspetti tipica della psicologia del
raccoglitore di libri. Il buon vescovo di Durham non é frattanto un’ isolata
figura nella storia della bibliofilia durante il medio evo. Il notevole sta nel
fatto di averci egli dato, in uno scritto speciale conservatoci, una estesa
apologia della sua opera di raccoglitore e di avere egli con cio creato il piü
antico documento letterario anche della moderna bibliofilia. Nel capitolo
XVIII Riccardo de Bury rivela in espressioni originali, su la cui sinceritå non
ci dovrebb’ essere aleun dubbio, la interiore molla morale al suo zelo di
raccoglitore di libri. Puö darsi ch’egli abbia ingannato se stesso, perché, a
giudicare dalla passione1 con cui egli, per sua propria confessione,
racco-glieva, verrebbe fatto di pensare ehe per lungo tempo il suo lavoro di
raccoglitore fosse fine a se stesso e ehe egli, solo verso la fine, motivasse la sua
attivitå con l’affermazione di avere inteso creare una pia istituzione delle
sue raccolte. Il dilemma morale in cui puö venirsi a trovare un raccoglitore
appassionato, nelle sue ore di disposizione etica, ha avuto una commovente

1 Riccardo de Bury stesso chiama passione il suo amore per i libri, ed usa a cio
(cap. XI) l’espressione ’amor hereos’. I precedenti editori del > Philobiblon», ehe non
ave-vano notizia di quest’ espressione da altra fonte, considerarono la parola ’hereos’ come
una corruzione dei copisti e la esclusero dal testo, ma l’espressione é — come io sostenni
ultimamente nello Zentralblatt für Bibliothekswesen, Jahrg. 40 (1923), p. 274 — un termine
medico-psicologico, che ben dimostra la mentalitä di raccoglitore di Riccardo de Bury. Per
maggiore illustrazione dell’ origine dell’ espressione, citeremo che Arnaldo de Villanova
(f 1311) lasciö un piccolo scritto ’De amore qui heroycus nominatur’, in cui compare piü
volte l’espressione ’amor hereos’; vedi Arnoldi Opera (Lugd. 1509), fol. 214.

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